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  • Centro Studi Sereno Regis

IL PREMIO “ADONELLA MARENA” ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Aggiornamento: 30 apr 2023

Il premio Adonella Marena viene conferito al film che meglio tratta tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile. Il rapporto con la natura, con gli altri animali e con il pianeta in generale è uno dei più conflittuali e duraturi della storia degli esseri umani: rapporto che ha subito nell’ultimo secolo un ancor più accentuata dinamica di dominio e sfruttamento. L’antropocentrismo e un atteggiamento di sfida, la pulsione a sconfiggere, domare o piegare l’ambiente agli interessi dell’umanità è predominante, a scapito di una ricerca di equilibrio e di pace. Nei lavori di Adonella è emerso costantemente questo aspetto: mostrare i soprusi del nostro sistema, le conseguenze delle nostre scelte quotidiane, ma anche raccontare storie, piccole o grandi, di lotta e di cammini alternativi alla ricerca di nuovi equilibri.

La giuria del premio Adonella Marena 2023 è costituita da

Davide Balistreri presidente associazione Djanet Elena Camino Interdisciplinary Research Institute on Sustainability (IRIS) Elena Ferrero docente di Scienze della Terra


Una biografia di Adonella Marena

Dopo l’esperienza dell’insegnamento, fa parte (’83-’86) del “Gruppo Comunicazione Visiva”, atto a divulgare il cinema delle donne inedito in Italia. Da questa esperienza nasce in seguito il festival delle donne di Torino.

Realizza il suo primo cortometraggio nel ’90, Il Megalite, tratto da un racconto di E. M. Forster, che viene selezionato al festival Cinema Giovani di Torino.

Si dedica prevalentemente al documentario sociale scegliendo come soggetti privilegiati le donne ed i migranti come in:

Donne & Nica (1989), Bambine di Palestina (1990), La terza via possibile (1991), Il colore delle differenze(1992), Now Ledi (1994), Righibé a Torino (1996).

Nel 1994 vince il primo premio del Concorso Spazio Torino al Festival Cinema Giovani con Okoi e semi di zucca, storia ironica, ispirata ad un’esperienza vissuta, di quattro donne di diversa nazionalità, cuoche itineranti fantasiose e litigiose.

Nel 1996 vince al Torinofilmfestival il I° premio Spazio Italia, oltre alla menzione speciale del premio Cipputi (miglior film sul mondo del lavoro) e Comm. Pari Opportunità (Migliore regia femminile), con il film Facevo le nugatine, percorso solitario di un ex operaio nella sua vecchia fabbrica abbandonata.

Nel ’98 dirige La combattente, un docu-fiction sull’incontro tra una studentessa e un’anziana partigiana, una riflessione sulla difficoltà di trasmettere la memoria.

L’attenzione ai temi di ecologia e animalismo la portano a realizzare:

Il cascinotto(1997), l’esperienza formativa di alcuni ragazzi in un canile.

La fabbrica degli animali (1999), viaggio nell’esasperazione degli allevamenti intensivi.

Anime di città (2000), sguardo disincantato sulle convivenze in città, su ispirazione di S. Benni (II premio al Valsusafilmfest).

Mobilitebio:quando la terra è in vendita (2000), documentazione della “Seattle italiana”, la grande manifestazione di Genova contro le manipolazioni genetiche.

Tute bianche, un esercito di sognatori (2002), per la rete franco tedesca ZDF/Arte. La storia del gruppo più originale dell’antagonismo italiano (premio documentati Valsusafilmfest)

M’agradavo vioure ilamoun [mi piaceva vivere lassù] (2003) sui costi economici e ambientali dei XX giochi olimpici invernali.

Partecipa ad un film collettivo con altri dieci registi torinesi, Senza FIATo? , sulle lotte operaie alla Fiat nel novembre/dicembre ’02.

Con il film documentario NOTAV, gli indiani di Valle ( 2005 ) racconta la storia del movimento notav in Val di Susa.

Sullo stesso tema partecipa per Videocommunity a un film collettivo, Cronache a bassa velocità (2006 )

Nel 2006 monta per la CGIL SPI l’azione teatrale Non mi arrendo, non mi arrendo! un racconto di 50 donne a 60 anni dalla liberazione dal nazifascismo.

Con questo vince il premio Libero Bizzarri ’06.

Segue Non mi arrendo, i diritti, sulle conquiste del lavoro femminile nel dopoguerra.

Nel 2008, con il sostegno di FilmCommission Doc Film Fund, produce e dirige il film Il cartun d’le ribelliun ( Il carretto delle ribellioni), la storia di una marcia di 800 Km da Venaus a Roma, per incontrare e raccogliere su un carretto-riscio’ gli appelli dei cittadini contro le grandi opere.

Nel 2009, con la produzione di Legambiente Piemonte-Valle d’Aosta, realizza Libellule, un documentario naturalistico su questi straordinari insetti, e vince con esso numerosi premi in festival nazionali e internazionali.

Nel 2011 racconta con Lo sbarco, in co-regia con Dario Ferraro, l’impresa di italiani residenti all’estero, che stanchi del degrado in atto nel loro paese, partono in mille da Barcellona e sbarcano in Italia con la “nave dei diritti”. Il documentario è sostenuto dal Genova Liguria Film Commission.

Fa parte dell’associazione Villa5, per favorire la diffusione e l’incontro del lavoro di artiste italiane. E’ socia dell’associazione 100 autori.

E’ impegnata in progetti eco-animalisti nell’associazione “Vivi gli animali

Ha collaborato con Rai3, ZTF Arte, La7, Documentary in Europe, Videogruppo, Planete, Documè e le produzioni di Zenit, Stefilm, Donquixote, Filmcommission Piemonte e Liguria.


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